L’evoluzione tecnologica e la sua espansione nell’ambito della comunicazione ha comportato la possibilità di utilizzo di nuovi strumenti non solo nell’informazione ma anche in diverse pratiche professionali compresa quella psicologica.
Da tempo si sta discutendo fra gli psicologi sulla possibilità di utilizzare servizi psicologici on line e sul tema lo stesso Consiglio Nazionale degli Psicologi ha emanato già nel 2013 delle raccomandazioni sulle prestazioni psicologiche attraverso tecnologie di comunicazione a distanza.
Sicuramente è un fenomeno in crescita e suscita tanti interrogativi su diversi piani, metodologico, deontologico, sociale e culturale che richiedono approfondimenti a partire dai dati emergenti dalle ricerche empiriche già avviate.
Alcuni studi hanno già evidenziato i vantaggi delle prestazioni psicologiche on line in diverse situazioni e in particolare in quelle che vedono le persone impossibilitate a muoversi e in quelle di emergenza.
Durante il periodo del lockdown la consulenza on line ha rappresentato una grande risorsa sia per chi aveva già avviato un percorso sia per chi sentiva il bisogno di un supporto per il carico emotivo che stava vivendo.
Da una parte chi aveva già avviato un percorso di psicoterapia ha potuto mantenere una continuità di rapporto e confidare sul mantenimento di una relazione evidentemente significativa, dall’altra chi cercava supporto e uno spazio di ascolto li ha potuti trovare aldilà del limiti di spostamento imposti.
Allentare la tensione attraverso un dialogo competente ha permesso di recuperare giuste energie per affrontare la paura del contagio, l’ansia per lo stato di salute, l’angoscia per una situazione sconosciuta e vissuta come imprevedibile, le preoccupazioni economiche e per il futuro proprio e dei propri cari, in una situazione di limitazione di movimento e costrizione in un unico ambiente di vita quotidiano.
Fra limiti e risorse, l’uso competente e consapevole della tecnologia può rappresentare una evoluzione anche nelle relazioni di aiuto.