Stiamo vivendo giorni stressanti, duri, carichi di fatica emotiva legata alla paura del contagio da covid-19 e all’incertezza del futuro.
Molte sono le domande su quanto possiamo resistere alla pandemia e come possiamo superarla.
L’angoscia e l’ansia sono reazioni normali ad una situazione minacciosa e imprevedibile, come la pandemia attuale, insieme a cambiamenti nella capacità di concentrazione, irritabilità, insonnia, conflitti interpersonali.
Se da una parte le misure di distanziamento sociale e limitazioni nelle attività proteggono dalla diffusione del coronavirus, dall’altra comportano isolamento e solitudine, fonti di stress psicosociale.
Una risorsa centrale per far fronte alle prove stressanti e agli eventi traumatici è la resilienza, di vitale importanza per rimanere in equilibrio e trovare nuove forme di adattamento alla realtà.
Il termine resilienza richiama la matrice latina del termine “resilire”, da “re-salire”, saltare indietro, rimbalzare.
Nell’ambito della scienza dei materiali, resilienza indica la proprietà che hanno alcuni elementi di conservare la propria struttura o riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione. In biologia e in ecologia la resilienza esprime la capacità di un sistema di ritornare ad uno stato di equilibrio in seguito ad un evento perturbante.
La resilienza in altri termini è la capacità di autoripararsi dopo un danno, di far fronte, resistere, ma anche costruire e riorganizzare la propria vita in maniera positiva dopo un evento negativo.
Essere resilienti significa non solo saper opporsi e difendersi alle pressioni dell’ambiente ma anche avere la capacità di risollevarsi e andare avanti.
La letteratura scientifica dimostra che la resilienza è un fenomeno ordinario nell’essere umano e non stra-ordinario, l’individuo resiliente non è un superuomo.
Il resiliente non ignora o evita la sofferenza, la vive ma nello stesso tempo cerca di distinguere ciò che può e non può cambiare con la consapevolezza di poter provare a modificare l’assetto cognitivo ed emotivo con cui legge gli eventi.
Ciascuna persona è potenzialmente resiliente anche se i meccanismi della resilienza possono essere influenzati da diversi fattori, individuali, relazionali e contestuali.
La resilienza evolve e si sviluppa nell’arco della vita della persona. Se nell’infanzia la resilienza tende ad essere un comportamento istintivo, nell’età adulta potrebbe essere parte integrante dell’atteggiamento di una persona che cerca di guardare alle avversità per farne esperienze di apprendimento.
Molte sono le domande su quanto possiamo resistere alla pandemia e come possiamo superarla.
L’angoscia e l’ansia sono reazioni normali ad una situazione minacciosa e imprevedibile, come la pandemia attuale, insieme a cambiamenti nella capacità di concentrazione, irritabilità, insonnia, conflitti interpersonali.
Se da una parte le misure di distanziamento sociale e limitazioni nelle attività proteggono dalla diffusione del coronavirus, dall’altra comportano isolamento e solitudine, fonti di stress psicosociale.
Una risorsa centrale per far fronte alle prove stressanti e agli eventi traumatici è la resilienza, di vitale importanza per rimanere in equilibrio e trovare nuove forme di adattamento alla realtà.
Il termine resilienza richiama la matrice latina del termine “resilire”, da “re-salire”, saltare indietro, rimbalzare.
Nell’ambito della scienza dei materiali, resilienza indica la proprietà che hanno alcuni elementi di conservare la propria struttura o riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione. In biologia e in ecologia la resilienza esprime la capacità di un sistema di ritornare ad uno stato di equilibrio in seguito ad un evento perturbante.
La resilienza in altri termini è la capacità di autoripararsi dopo un danno, di far fronte, resistere, ma anche costruire e riorganizzare la propria vita in maniera positiva dopo un evento negativo.
Essere resilienti significa non solo saper opporsi e difendersi alle pressioni dell’ambiente ma anche avere la capacità di risollevarsi e andare avanti.
La letteratura scientifica dimostra che la resilienza è un fenomeno ordinario nell’essere umano e non stra-ordinario, l’individuo resiliente non è un superuomo.
Il resiliente non ignora o evita la sofferenza, la vive ma nello stesso tempo cerca di distinguere ciò che può e non può cambiare con la consapevolezza di poter provare a modificare l’assetto cognitivo ed emotivo con cui legge gli eventi.
Ciascuna persona è potenzialmente resiliente anche se i meccanismi della resilienza possono essere influenzati da diversi fattori, individuali, relazionali e contestuali.
La resilienza evolve e si sviluppa nell’arco della vita della persona. Se nell’infanzia la resilienza tende ad essere un comportamento istintivo, nell’età adulta potrebbe essere parte integrante dell’atteggiamento di una persona che cerca di guardare alle avversità per farne esperienze di apprendimento.