L’attenzione alla crescita dei figli assorbe attenzione, tempo e energie ma non sempre si dedica uno spazio adeguato ai più piccoli per insegnarli il valore dei soldi. Apprendere il valore dei soldi significa costruire le basi per una buona gestione delle proprie finanze.
Il rapporto tra bambini e denaro è molto cambiato nel tempo tuttavia parlare di soldi con i figli spesso risulta imbarazzante e l’argomento è difficile da affrontare.
Forse tabù culturali sono ancora presenti e impediscono agli adulti di trovare un linguaggio adatto per parlare di denaro con i bambini, senza usare toni superficiali o moralistici.
D’altra parte affrontare il tema paghetta, decidere se, quando, come e perché dargliela è un passaggio importante nel processo evolutivo di una famiglia e nel percorso di crescita di un bambino contribuisce a formare il suo senso di responsabilità e la sua capacità di autogestirsi anche da grande.
La paghetta, le spese e il bilancio familiare possono rappresentare un’occasione di crescita e di confronto con i grandi oltre che contribuire a sviluppare una capacità di dialogo, rinforzare un senso di appartenenza, avviare e rinforzare un processo di graduale autonomizzazione.
E’ importante far capire ai bambini che i soldi non compaiono per magia o inserendo una tessera nel Bancomat o firmando un assegno, ma sono frutto di impegno, lavoro e quindi si guadagnano.
Il concetto del do ut des è molto sentito dai bambini, così come il rispetto dei patti e delle regole condivise.
Come in una grande azienda anche in famiglia ognuno ha un suo ruolo con dei compiti e contribuisce al buon funzionamento del sistema con una partecipazione attiva e un buon uso del denaro.
Il valore e il significato attribuito ai soldi dagli adulti significativi intorno al bambino ha una valenza centrale così come è molto importante il posto occupato dai soldi all’interno delle rapporti umani nel contesto sociale e culturale di appartenenza.
Chiedere soldi o dare soldi potrebbe caratterizzare una relazione di dipendenza e significare sottomissione per chi riceve i soldi e controllo per chi li dà.
Altre volte i soldi vengono investiti di affettività, caricati di significati legati ad amore, disponibilità, partecipazione emotiva, rappresentando una sorta di “risarcimento affettivo”: un figlio che chiede i soldi a suo padre spesso chiede anche altro così come un padre spesso crede di dimostrare affetto verso il figlio riempiendolo di regali o soldi.
Il compito più grande e importante che i genitori a questo punto hanno è quello di far capire ai propri figli che non tutto si ottiene con i soldi e che ci sono cose che non hanno prezzo.
E’ bene ricompensare i bambini anche per piccoli lavoretti extra fatti in casa, rinforzare i loro sforzi creativi per guadagnarsi qualcosa ed incoraggiarli ad un propria autonomia ma solo se si insegna anche ad apprezzare i valori fondanti della vita come i sentimenti, il tempo, i baci e le carezze insieme alla libertà, al rispetto e alla dignità.
Il rapporto tra bambini e denaro è molto cambiato nel tempo tuttavia parlare di soldi con i figli spesso risulta imbarazzante e l’argomento è difficile da affrontare.
Forse tabù culturali sono ancora presenti e impediscono agli adulti di trovare un linguaggio adatto per parlare di denaro con i bambini, senza usare toni superficiali o moralistici.
D’altra parte affrontare il tema paghetta, decidere se, quando, come e perché dargliela è un passaggio importante nel processo evolutivo di una famiglia e nel percorso di crescita di un bambino contribuisce a formare il suo senso di responsabilità e la sua capacità di autogestirsi anche da grande.
La paghetta, le spese e il bilancio familiare possono rappresentare un’occasione di crescita e di confronto con i grandi oltre che contribuire a sviluppare una capacità di dialogo, rinforzare un senso di appartenenza, avviare e rinforzare un processo di graduale autonomizzazione.
E’ importante far capire ai bambini che i soldi non compaiono per magia o inserendo una tessera nel Bancomat o firmando un assegno, ma sono frutto di impegno, lavoro e quindi si guadagnano.
Il concetto del do ut des è molto sentito dai bambini, così come il rispetto dei patti e delle regole condivise.
Come in una grande azienda anche in famiglia ognuno ha un suo ruolo con dei compiti e contribuisce al buon funzionamento del sistema con una partecipazione attiva e un buon uso del denaro.
Il valore e il significato attribuito ai soldi dagli adulti significativi intorno al bambino ha una valenza centrale così come è molto importante il posto occupato dai soldi all’interno delle rapporti umani nel contesto sociale e culturale di appartenenza.
Chiedere soldi o dare soldi potrebbe caratterizzare una relazione di dipendenza e significare sottomissione per chi riceve i soldi e controllo per chi li dà.
Altre volte i soldi vengono investiti di affettività, caricati di significati legati ad amore, disponibilità, partecipazione emotiva, rappresentando una sorta di “risarcimento affettivo”: un figlio che chiede i soldi a suo padre spesso chiede anche altro così come un padre spesso crede di dimostrare affetto verso il figlio riempiendolo di regali o soldi.
Il compito più grande e importante che i genitori a questo punto hanno è quello di far capire ai propri figli che non tutto si ottiene con i soldi e che ci sono cose che non hanno prezzo.
E’ bene ricompensare i bambini anche per piccoli lavoretti extra fatti in casa, rinforzare i loro sforzi creativi per guadagnarsi qualcosa ed incoraggiarli ad un propria autonomia ma solo se si insegna anche ad apprezzare i valori fondanti della vita come i sentimenti, il tempo, i baci e le carezze insieme alla libertà, al rispetto e alla dignità.